giovedì 17 luglio 2008

L’università

Per me, vuol dire quell’ambiente che ti fa conoscere tutte le strade principali del mondo nel quale hai deciso di esprimerti. E poi, dopo averti fatto conoscere quelle strade, ti fa spazio perché tu possa guidare nelle strade secondarie, esistenti o da creare, e magari anche poter allungare ed approfondire quelle principali.
Ma purtroppo ho visto un’ università, simile alle altre, dove ci sono degli autisti, bravi e non bravi, che guidano velocemente senza spiegarti bene quello a cui hai diritto e dovere di sapere e ti chiedono di non discutere e fare tutto quello che dicono loro. Poi finita la scuola di guida, ti lasciano una patente in cui è dichiarato che sei bravo a guidare, ma è una dichiarazione falsa e solo falsa!
Io non sono venuto qui a prendere la patente, la patente che è stata inventata dopo che il mondo vedesse architetti come Bernini. Io sono nato per diventare architetto e non mi interessano le patenti e le dichiarazioni false, perché vivo solo una volta e la voglio vivere davvero.Oggi le maggior parte delle facoltà di architettura sono come le scuole di nuoto, nelle quali, gli studenti sono seduti al bordo della piscina e c’è un insegnante che parla di nuotare ed ogni tanto fa dei gesti e movimenti per spiegare come si fa la rana, il crawl ... Per qualche anno ci ripetono le stesse cose senza lasciarci tuffare nell’acqua per vedere se sappiamo nuotare o no. Poi come esercizio ci chiedono di ripetere alcuni dei loro gesti fuori dall’acqua e senza inventare qualcosa di nuovo. Arrivando ai giorni di revisione vengono a criticarci perché stiamo muovendo le mani a rana in modo sbagliato, senza capire che in quel momento stavamo cercando di fare crawl. E noi che siamo entrati nella scuola per imparare ciò che amiamo, a metà strada perdiamo il nostro obbiettivo, la nostra volontà e creatività e l’unica cosa a cui pensiamo è passare quell’esame e fare tutto ciò che ci chiede il nostro professore senza difendere le nostre idee e il senso per il quale stiamo lì.Arrivando al secondo o terzo anno il nostro obbiettivo diventa, ormai, solo prendere la laurea, quella laurea che sappiamo bene non ha nessun senso e pensiamo a doverla prendere per poter entrare nel campo lavorativo per cominciare ad imparare da zero.
Oggi nell’università i professori imparano molte cose dalla creatività dei giovani, ma invece di ricambiare questo favore, gli fanno perdere questa creatività.